Sicuramente Tiziano Terzani ha avuto un impatto profondo su di me, a partire dal 2003, anno in cui lessi il suo libro Un indovino mi disse.
In quelle pagine trovai una sorta di filo conduttore che riuscì a connettere i tanti puntini sparsi della mia vita: a 32 anni erano ancora disordinati, come in quei giochi per bambini. Quella lettura risvegliò in me una passione e una curiosità per il mondo esterno, un interesse che mio nonno aveva acceso portandomi con sé nei nostri primi viaggi insieme.
Terzani, con la sua ricca corrispondenza di viaggio, in realtà parlava di molto più che di luoghi: il suo era un approccio alla vita. Offriva chiavi di lettura in cui mi sono sempre riconosciuto, rendendo le sue riflessioni un punto di riferimento.
Tra le sue parole, una frase mi è rimasta scolpita nella memoria da allora:
“La fortuna prima o poi cambia sempre: si tratta solo di aspettare e di avere un amico, uno psicoterapeuta o… un indovino con cui spartire l’angoscia”.